Olivares cut ha superato, anche quest’anno, la selezione per partecipare ad INDEPENDENTS5 ad ArtVerona|
TULPENMANIE – dibattiti attorno al valore dell’arte
Progetto per INDEPENDENTS5 / ARTVERONA 2014
Dando seguito al TAKE CARE CORNER della scorsa edizione, Olivares cut presenta ad Independents 2014 il progetto TULPENMANIE: angolo allargato, quest’anno, dove dialogheranno sulla questione del valore dell’arte, non solamente in un vis a vis, blogger/artista – blogger/curatore, ma – tra loro – numerose figure legate in maniera diretta o indiretta al mondo dell’arte: artisti, curatori, critici, galleristi, consulenti d’arte, collezionisti ma anche imprenditori, architetti, giornalisti, religiosi…che accetteranno l’invito a partecipare al dibattito.
TULPENMANIE fu la prima grande bolla speculativa attestata nella storia del capitalismo. Un bene “effimero” quale un fiore diventa la moneta di scambio di ingenti somme di denaro tra i membri della middle class olandese della prima metà del XVII secolo e, una volta esplosa la “bolla” che aveva gonfiato esageratamente i prezzi, getta sul lastrico centinaia di olandesi che avevano investito sui preziosi fiori turchi.
L’arte viene spesso considerata un “bene rifugio”, non paragonabile ai normali beni scambiati sui mercati, non soggetta a svalutazioni, e pertanto bene sicuro sul quale investire. Ma questo ragionamento si può fare con tutta l’arte, allo stesso modo?
Do per scontato l’accezione “contemporanea” di arte e, attraverso un approccio speculativo, paragono l’opera d’arte al tulipano, mi interrogo sulla qualità dell’arte intesa come bene “effimero”, se essa sia altrettanto soggetta alle speculazioni di un mercato altalenante quanto lo è stato il bulbo di fiore esotico nel corso del Seicento, o se ne sia estranea, e quali sono i motivi.
Tuttavia il mondo dell’arte è assai più vasto, e complesso, del suo mercato e, citando S. Thornton, è un’“economia simbolica” che produce ricchezza culturale non soltanto attraverso il denaro, ma in virtù di un dibattito e di uno scambio di idee”.
Se è vero che un’opera vale quanto si è disposti a spendere per essa (il piacere del possesso), ci si chieda se il valore di un’opera d’arte è assimilabile al prezzo con il quale questa entra nel mercato, o se devono subentrare anche altri fattori. Quanto incide il fattore estetico di un’opera, sul suo valore? Quanto l’apporto concettuale?
Il mercato dell’arte somiglia sempre di più a quello della moda. Fondazioni di importanti griffe hanno assunto il ruolo di “nuovi mecenati”, alla stregua degli istituti religiosi o delle casate nobiliari del passato. Si sostituiscono al ruolo dello Stato in merito alla valorizzazione dell’arte. Ma quanto le “tendenze” influiscono sull’acquisto di un’opera, quanto l’arte contribuisce a creare uno status symbol, come fosse un abito di marca o un’auto di lusso?
In che modo viene scelto, da parte di gallerie, fondazioni, curatori, riviste di settore, di investire sulla carriera di un (giovane) artista anticipatamente alla sua fama? Quanto questo “gioco” influisce sul suo operato, e sulla futura messa sul mercato delle opere?
Il progetto TULPENMANIE si svilupperà in tre momenti:
‘Uncut’ – 2014 Photo courtesy of Leonardo Onetti Muda