Testo al progetto fotografico di Andrea Garzotto “Let’s Folk”
Cos’è il folklore se non l’iconografia delle radici, la trasposizione sul piano reale di storie, leggende, tramandate a voce, spinte avanti a memoria, impregnate di una ritualitá atavica che non sentiamo di appartenere ma che, inconsciamente, perpetriamo?
La periferia è il luogo del folklore: la tradizione è decentrata, fuori dai riflettori.
Lontano dalle masse, è dentro al popolo.
Le fiere di paese ricalcano ovunque lo stesso copione, con i loro tendoni lisi, le tavolate in serie, l’odore della carne al fuoco.
Il rituale collettivo si compie sulle piste da ballo; la musica esce forte dagli altoparlanti, e si riversa sgraziata sulle coppie che interpretano se stesse.
Let’s Folk: non “fenomeni da baraccone”, ma uomini e donne pregni di “umanità”.
L’intento documentaristico scioglie la propria rigiditá al fuoco di un romanticismo decadente, facendo fuoriuscire dal grottesco -di paesaggi, soggetti e scene – una bellezza scarnificata, lievemente sofferente, intensa.
Da Let’s Folk traspare una malinconia inconscia, non conosciuta per esperienza diretta, ma radicata sì profondamente (nello spettatore) da identificarsi con il background emozionale di chi guarda.
Martedì 19 novembre ha aperto i battenti a Merano, presso il Vecchio Palazzo delle Terme/ Ex Fisioterapico, la mostra fotografica itinerante MIND THE G.A.P. – IL GIOCATORE, giunta, dopo Vicenza e Corsico (MI), al suo terzo appuntamento espositivo.
Il tema del gioco d’azzardo patologico, così come delle modalità di prevenzione e cura dalla dipendenza, sta diventando sempre più d’attualità. Lo Stato Italiano ha, solo da alcuni mesi, riconosciuto la dipendenza dal gioco d’azzardo una vera e propria malattia, allineandosi a quanto già fatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Al momento di andarsene, Andrea Rosset, primo ospite del Take Care Corner ha detto che questa chiacchierata di oltre un’ora e mezza avremmo potuto farla a casa. Ma, assieme a me, ha convenuto che non sarebbe stato lo stesso. Stavolta non gli è bastato, come fa di solito, scendere due rampe di scale, aprire il portoncino d’ingresso, uscire in strada, fare circa sette passi sotto la linea delle mie finestre e suonare il campanello, per venirmi a raccontare del suo lavoro artistico. La scelta stavolta ricadeva nell’accettare un invito che prevedeva un coinvolgimento diverso. Si trattava, ossia, di attivare un discorso “ravvicinato” sull’arte (gli interlocutori eravamo noi due) ma potenzialmente sotto gli occhi di tutti. L’idea del Take Care Corner è stata quella di traslare in un luogo affollato, con un pubblico vario e di passaggio com’è quello di una fiera, una modalità di interazione che mantenesse idealmente una dimensione quasi intima, funzionale all’ascolto. Prendendomi cura dell’artista (in questo caso prestando ascolto, attenzione, alle parole dell’artista sul suo lavoro) mi prendo cura dell’arte.
“Chi è, la donna della foto?”. E che importanza ha? La prima domanda è mia, la seconda è il condensato della risposta di Andrea. Per parlare del ventennale rapporto con la fotografia di Andrea ho scelto di cominciare lasciando fare a lui stesso delle considerazioni su un suo progetto in particolare, Restrain. E per farlo ha portato con sé una piccola stampa, trenta centimetri per quaranta nella quale è rappresentato il volto di una donna piegato leggermente da un lato, lo sguardo basso sembra seguire il flusso dei pensieri; le spalle che appaiono nella foto sono nude, i capelli escono da una macchia d’oscurità, in cui tutta la sagoma è immersa. E’ difficile, guardando un ritratto, non porsi interrogativi sull’identità del soggetto, come se un’informazione biografica consegnasse un valore aggiuntivo al fine della contemplazione dell’opera. Ma non è questo il punto, non per Andrea.
La ricerca in merito alla fotografia contemporanea di Andrea si compie sul livello del linguaggio: attraverso un lavoro lungo e meticoloso, da tempo lui opera per trovare una modalità esecutiva che conceda al fotografo di allontanarsi sempre più con migliori esiti, dal “predominio dell’occhio”. Sembra un paradosso, eppure nel distaccarsi dall’operazione meccanica che il mezzo implica egli ha la possibilità di dedicarsi con maggiore dedizione alla “ricerca della fotografia”.
Dal 19 al 27 novembre presso la Sala Esposizione del Palazzo delle Vecchie Terme di Merano avrà luogo la terza tappa della mostra itinerante del fotografo Marco Dal Maso dal titolo MIND THE G.A.P. – IL GIOCATORE.
L’esposizione si inserisce all’interno della campagna di prevenzione dal gioco d’azzardo patologico Fate il nostro gioco, ed è proposta dall’Ufficio Servizi Sociali del Comune di Merano.
Il progetto MIND THE G.A.P – IL GIOCATORE, curato da Petra Cason, espone alcuni degli scatti che costituiscono il reportage “The Gambler“, sviluppato dal fotografo Marco Dal Maso nel corso del 2012, sul gioco d’azzardo patologico. Attraverso un allestimento dedicato, lo spettatore compie un viaggio che ripercorre la fase di avvicinamento alla dipendenza dal gioco d’azzardo e la fase di cura attraverso le terapie di gruppo.
A fianco degli scatti del reportage sarà visibile anche una videoinstallazione, realizzata da Dal Maso, sul tema in oggetto.
ORARIO DI APERTURA
Dal 19 – 27 Novembre 2013
LUN – VEN 10.00 – 12.30 (per le scuole) / 15.00 – 18.00
SAB – DOM 10.00 – 12.30
Sala Civica – Sala Esposizione (Ex Fisioterapico)
Via Ottone Huber, 8, Merano
Dopo l’intenso pomeriggio di ieri, dove si sono susseguiti al Take Care Corner il fotografo Marco Dal Maso, con il quale abbiamo parlato del progetto di “reportage artistico” sulla disoccupazione, l’incontro con Lisa Castellani che mi ha coinvolto in una performance (poketOpoket) fatta di scoperte dei suoi “reperti” artistici, che ha affascinato molto il pubblico, il lungo affascinante racconto di Gianluca D’Incà Levis sulla genesi di Dolomiti Contemporanee, che ha tenuto incollato al Corner un numeroso pubblico, e la storia dei modi rocamboleschi in cui Paolo Polloniato è riuscito ad entrare in possesso degli stampi antiche per la sua produzione di ceramica contemporanea…oggi si riprende!
Ore 11 SAMUELE PAPIRO
Ore 15 BEPPE CALGARO
TAKE CARE CORNER VI ASPETTA AD ART VERONA FIERA, PADIGLIONE 10 (entrata da Porta Re Teodorico) sezione Independents!