Il primo giorno di fiera è volato. L’ospite di ieri è stato il fotografo Andrea Rosset il quale si è trovato così a suo agio sulla poltrona del Take Care Corner che ci è rimasto per più di un’ora e mezza a raccontare dei suoi progetti artistici. A questa lunga chiacchierata dedicherò un post nei prossimi giorni, non appena il flusso iperattivo della Fiera si sarà placato!
Art Verona oggi pomeriggio inaugura le realtà ospitate in questo spazio, dove siamo pure noi blogger, chiamato Independents. A dir la verità più che uno spazio è un ampio corridoio non delimitato, all’interno del quale collettivi di artisti, associazioni, gruppi di curatori e artisti hanno tentato di dare una forma alle loro identità, così diverse dalle gallerie che ospitano gli stand cubiti tutt’attorno.
Nel mio pellegrinaggio mattutino per i padiglioni mi sono fermata a chiacchierare con Valentina, la quale mi ha parlato della piattaforma on line My Home Gallery. Per l’amore che ho per le case e l’arte che finisce nella vita di tutti i giorni non potevo non farmi appassionare da questo progetto. Semplice ed efficacissimo!
Ecco come funziona: un artista si può iscrivere al sito, gratuitamente, e così far conoscere il proprio lavoro e il proprio spazio. Altrettanto gratuitamente un visitatore si può accreditare e poi cercare, in Italia o all’estero, gli artisti della zona alla quale è interessato. In alcuni casi le connessioni sono di scambio reciproco: Valentina mi ha parlato che alcuni artisti accompagnano i turisti per la loro città, o addirittura offrono ospitalità come un “art couchsurfing”.
“Gli artisti MyHomeGallery aprono le porte di casa come fossero una galleria, esponendo e vendendo le loro opere nel luogo in cui vivono. Prova un turismo culturale alternativo e scopri l’anima bohèmien della tua città o di quella che stai visitando!“, cita il cartoncino di my home gallery, con appesa ad un filo una chiave: quale porta andrà ad aprire?
Andrea Rosset, primo ospite del Take Care Corner. Partirà a raccontarmi dal lavoro Restrain per finire con…
Dal 10 al 14 OTTOBRE Olivares cut è ad ART VERONA FIERA con il progetto TAKE CARE CORNER
sezione INDEPENDENTS /area blogger/ al centro del PADIGLIONE 10
Il Corner è un angolo senza pareti, uno spazio libero al quale chiunque potrà accedere come uditore ma anche, attivamente, come interlocutore, conoscendo a propria volta gli Ospiti, creando con loro un’interazione.
Questo il calendario del Take Care Corner. Qui trovate una breve presentazione degli OSPITI
Giovedì 10 ottobre
h 17 ANDREA ROSSET
Venerdì 11 ottobre
h 15 MARCO DAL MASO
h 16 LISA CASTELLANI
h 17 GIANLUCA D’INCA’ LEVIS
h 18.30 PAOLO POL POLLONIATO
Sabato 12 ottobre
h 11 SAMUELE PAPIRO
h 15 BEPPE CALGARO
Domenica 13 ottobre
h 11 PATRIZIA POLESE
h 15 Metamorfosi Gallery
h 17.30 PENZO+FIORE
CONDIVISIONE VIRTUALE DEL TAKE CARE CORNER
facebook Olivares cut
instagram #olivarescut
twitter #olivarescut
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Olivares cut ringrazia per l’aiuto prezioso Stefano, Marco, Tristano, Cristina, Caterina, Ale.
Take Care Corner ringrazia per l’outfit COOP INSIEME e LARA COSSER
Il Take Care Corner sarà ospitato all’interno di un padiglione fieristico. Un edificio in perfetto stile industriale, che non si differenzia granchè in struttura ed aspetto dai numerosi capannoni che costellano la maggior parte del territorio veneto. Verona non fa eccezione alle altre città della regione: l’economia rosea, anzi rubiconda, del nordest produttivo, quella dei piccoli e medi imprenditori, delle ditte familiari a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta, del benessere diffuso e anche un po’ ostentato, è ormai cosa del passato. Anche qui si risente fortemente della crisi. C’è chi già ne parla citando i “bei tempi”. L’erba che cresce sul piazzale della fabbrica è il primo sintomo del declino, del tracollo, del fallimento.
Ad una fiera dell’arte non penso non ci sarà spazio per fare alcune riflessioni in merito ad una questione piuttosto banale se vogliamo, ma pur sempre un “evergreen”: dove stiamo andando? Chiaro, le elucubrazioni maggiori saranno in ambito artistico, ma non credo che l’andamento del mercato dell’arte possa svicolarsi di molto dall’andamento economico generale; nemmeno lui può sottrarsi alle varie crisi, alle spending review, ai tagli di fondi, alle cinghie che stringono: la cultura piange lacrime amare. Io non vorrò di certo intristire il Gentile Pubblico che verrà ad assistere ai talk del Corner di Olivares cut, ma stimolarlo a pensare sì, quello lo posso fare.
E parto sin da ora, non lasciando tutta la sorpresa alla Fiera ma aprendo già qualche porta affinchè si possa spiare dalla fessura, scostando una tenda, presentando un po’ due progetti, entrambi opera di due ospiti del Corner, che con Verona e con l’attualità hanno molto a che fare: Venetudine e Disoccupatia.
Questi i titoli di due lavori ampi (uno dei quali work in progress ma già con una sua identità precisa), diametralmente opposti per approccio, riconducibili ad uno stesso fine, quello del ‘raccontare’: entrambi lasciano un vago sapore amaro in bocca. Più che il tema affrontato è il modo in cui questo viene elaborato, concettualmente prima, esecutivamente poi, che scuote.
Venetudine è quasi uno stato d’animo. Ed esce dall’obiettivo sagace della Fratelli Calgaro, coppia di fatto composta dal fotografo e il filosofo che convivono all’interno di uno stesso corpo, quello di Beppe Calgaro.
Dal suo peregrinare per la campagna veneta, dopo anni di messinscene dalla perfezione maniacale, ecco apparire una collezione di “objet trouvé”: paesaggi vagamente riconoscibili – come nei Capricci del Canaletto, nei quali ognuno rivede un angolo della Venezia che conosce – da noi che queste regione ce l’abbiamo sotto pelle. Vedute talmente reali (lo sono!) che un angolo della bocca si solleva in un quasi impercettibile sorriso, a riprova che quello che si sta guardando lo si comprende…ma non del tutto: in Venetudine ci imbattiamo in scene che si appiccicano addosso alla mente come la nebbia umida di novembre fa con i cappotti: sembra tutto in ordine ma c’è un particolare che disturba, si convive con il paradosso come fosse la consuetudine.