“Per i cuori spezzati passa la luce”, scrive Aurora Di Mauro nel suo post di oggi, nella pagina di Settima Onda, linkando su facebook l’articolo che, nel mio sito, ho scritto su di lei e soprattutto sul suo “appartamento relazionale”. Spesso sono vicende personali dolorose che portano a compiere la scelta di dedicarsi strenuamente all’arte. E con essa alle relazioni interpersonali, collegate all’arte.
TULPENMANIE in sintesi non è che un salotto, ma di quelli preziosi per le riflessioni. In questa prima giornata, ospiti Martha Jiménez Rosano, Carlo Sala e Cornelia Lochmann, le considerazioni sul valore dell’arte sono partite dai percorsi personali di ognuno, soprattutto in merito alla curatela. La pratica curatoriale tende ad abbandonare il concetto di globalizzazione, così anni novanta, a favore di una “mondialitè” sensibile alle istanze del territorio nel quale si lavora, attenta alle esigenze degli artisti (rispettando la loro identità), incentivando il lavoro di ricerca a partire dalla sensibilizzazione del Pubblico affinchè sia in grado di promuovere l’arte che nasce “dal basso” e necessita di tutto il supporto per crescere. Questo un breve accenno del corposo dibattito di oggi, che avrò modo di riassumere più dettagliatamente a fiera conclusa, quando pubblicherò anche degli abstract delle riprese audio video integrali che sto compiendo in questi giorni.
Ma ora dedichiamoci alla seconda giornata di fiera: il dibattito di domani pomeriggio è tutto al femminile, e io ne sono molto orgogliosa. Nessun artista stavolta, ma professioniste che di arte e arte contemporanea ne macinano tutti i giorni, pane per i loro denti.
Adriana Polveroni, oltre ad essere giornalista e direttrice di Exibart è la curatrice dei talk ufficiali di ArtVerona di quest’anno. Molte delle mie considerazioni di queste ultime settimane sul valore dell’arte partono dal suo saggio del 2009, “Lo Sboom. Il decennio dell’arte pazza tra bolla finanziaria e flop concettuale.” Passati cinque anni sono curiosa di sapere come si sono evolute le cose, in materia di spazi dedicati all’arte contemporanea (i musei che non ingranano, le gallerie che chiudono…), rispetto alle responsabilità del Privato (attività for profit) che va ad operare in assenza di un Pubblico in grado di sostenere arte e cultura, se la tanto discussa crisi ha saputo effettivamente scremare a favore di una maggiore qualità o ha solamente comportato ad un depauperamento di risorse (e anche di idee).
Aurora Di Mauro, è museologa e ideatrice del progetto Settima Onda, appartamento relazionale dedicato alle arti del contemporaneo, del quale ho raccontato alcuni giorni fa qui. Spazio autonomio, autogestito, si propone come valida alternativa ai luoghi consueti di “contenimento” dell’arte, dove il contenitore (pur di proprietà di un privato, Aurora in questo caso) ha un valore aggiunto per il fatto di non essere semplice “scatola”, e per essere il raccordo di un network (umano) che parte dal condominio stesso all’interno del quale sorge.
Valentina Bernabei è giornalista professionista free lance, scrive dal 2006 per La Repubblica occupandosi principalmente di arte e cultura. Ha un blog di arte su D di Repubblica. Da settembre è impegnata a Venezia in una collaborazione con il M.a.c.lab, Laboratorio di management delle Arti e della Cultura del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari, diretto dal professor Fabrizio Panozzo, molto attivo sullo studio del rapporto arte-impresa. Attualmente sta lavorando come communication strategist per “Sogni nei Cassetti”, una ricerca sperimentale finanziata dalla Regione Veneto attraverso il Fondo Sociale Europeo e che approfondirà, grazie al lavoro sinergico di 20 borsisti, tra cui business analyst e film makers, le traiettorie di trasformazione in “industria creativa” di alcune piccole e medie imprese dell’artigianato artistico veneto. Racconta Valentina: “Sarà un’indagine molto concreta, condotta a stretto contatto con imprenditori e maestri artigiani utilizzando videocamere e analisi di business, nella convinzione che un incrocio di sguardi tra video e management possa cogliere più in profondità l’essenza del lavoro creativo. ‘Sogni nei Cassetti’ si pone in continuità con il lavoro, avviato sei mesi fa, dagli assegnisti di Progetto X (Industria, Cultura, Creatività e Sviluppo): quattro ricercatori e altrettanti curatori artistici indagano le sfaccettature del rapporto tra economia, management, arte e cultura. Gli esiti della ricerca appena iniziata, saranno progressivamente narrati sui social network, da seguire all’account Twitter (@SNCmakers), sulla pagina Facebook e presto anche su un sito dedicato proprio a Sogni nei Cassetti.”
Come vedete il programma è ricco.
Vi invito ad esserci, domani, venerdì 10 ottobre, a partire dalle ore 16, al PADIGLIONE 11 di ArtVerona (zona centrale, a sinistra, nella sezione Independents) e accomodarvi assieme a noi in salotto, ancora una volta a discutere del VALORE DELL’ARTE.