RITRATTO DI SIGNORA

Testo al progetto fotografico di Andrea Garzotto “Ritratto di Signora”

 RITRATTO DI SIGNORA La perfezione della bellezza si compie nella misura. In “Ritratto di Signora” lo sguardo di un uomo filtra l’intimità delle donne ritratte e le consegna al nostro sguardo in una visione d’insieme, quasi senza soluzione di continuità. Ritmando la circolarità esistenziale, mischiando le carte di istanti di vita e invertendone l’ordine, Andrea Garzotto fa sì che l’equilibrio non si compia tanto nella struttura compositiva delle immagini che lo compongono, quanto nella costante tensione emotiva. Ogni ritratto va oltre il il ritratto, ogni donna non è solo l’immagine di sé, ma travalica il significato di ritratto diventando espressione di una stagione, a scandire le età. Maturità, infanzia, vecchiaia, giovinezza. Non si susseguono più con un’ostinazione cronologica, ma rompono la linearità a favore di una lettura più ampia, rispecchiando le complessità del femminile. Attraverso il ritornare, il perpetrarsi di gesti, riti, movenze, segni, che smettono di appartenere ad un singolo momento, ad un singolo individuo, per diventare parte integrante del Tutto. Dodici ritratti a formare un quadro completo. I toni di questi “racconti a un’immagine” sono quelli delicati e introspettivi; un approccio intimo e paziente avvicina l’autore alle donne ritratte, sì da entrare silenziosamente in un universo privato, che si lascia scoprire svelando per ognuna una personale inclinazione. Ogni Donna prende possesso dello spazio in cui è ritratta, che gli è specchio. Instaura a proprio modo il rapporto con l’obiettivo fotografico, talvolta lasciando intuire un’insicurezza, una timidezza che la portano a schermarsi il volto con le mani; talvolta esprimendo una forza e una tenacia che traspare fin dallo sguardo. La veridicitá del ritratto, la posa non artefatta… La scelta curatoriale di presentare gli scatti in grandi dimensioni mira all’intento di rappresentare queste “donne del quotidiano” quali “nuove icone della naturalità”, o anti-icone di un femminile contemporaneo stereotipato.

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