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- 06, 2014 - ANTEPRIME - 0 commenti
Olivares cut @ PULSART RESTART
Take Care Corner è il progetto che Olivares cut portò nel 2013 ad ArtVerona fiera, nell’angolo che, nella sezione “blogger”, Independents le aveva riservato. Uno spazio intimo ed accogliente, pur nell’ambiente caotico di una fiera, all’interno del quale riflettere sull’arte e dialogare in modo diretto, ravvicinato, con artisti e curatori.
Olivares cut, ospite di Pulsart all’interno di Via Pasubio Project Corner, vuole ricreare un angolo dove poter discutere di arte ma, in questo particolare ambito, il dialogo avverrà con il pubblico: chi desidererà fermarsi a parlare nel salottino potrà rispondere ad alcune brevi domande che stimolino l’interesse e il dibattito nei confronti del “valore dell’arte” e portare le proprie riflessioni e considerazioni sull’argomento.
All’interno di un sistema in preda a una generalizzata “crisi di valori” la domanda “che valore ha l’arte”, per ciascuno di noi, non necessariamente coincide con l’interrogativo “quanto saremmo disposti a spendere per un’opera d’arte”, ma piuttosto con la domanda “quanto conta l’arte nella nostra vita?”. L’arte è un valore aggiunto o un vuoto a perdere?
A partire da questi interrogativi si svilupperà il progetto del secondo episodio del Take Care Corner di Olivares cut.
“Venerdì 4 luglio
in occasione della giornata di inaugurazione di
PULSART RESTART 2014
via Pasubio Alta si trasformerà in zona pedonale
diventando un percorso che unirà Lanificio Conte, spazio Shed e Palazzo Toladi
attraverso il quale potrete conoscere i protagonisti di alcuni tra i più interessanti progetti indipendenti del momento.
Verranno allestiti per l’occasione dei salottini, luoghi fisici che permetteranno l’incontro tra le realtà culturali indipendentiattive nel mondo dell’arte e della cultura e il pubblico.
Basterà sedersi e chiacchierare con loro per immergersi nei processi creativi che hanno generato i progetti culturali che abbiamo deciso di presentarvi.”
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- 06, 2014 - UNTITLED - 0 commenti
Sulle opere di Manuel Pablo Pace
Manuel Pablo Pace di spagnolo ha il nome e l’animo, l’origine morale. Spagna che non è terra natia ma è stata per lungo tempo d’adozione, e che ancora, ciclicamente, lo richiama a sé. L’Italia invece é terra di formazione prima (l’accademia di belle arti veneziana, a seguire gli studi di sociologia), di militanza poi (tra i capofila della storica rassegna bassanese Infart, sulle orme della street art dei “beautiful loser”).
Le opere che compongono la costante ricerca di Pace non sono facilmente inquadrabili, componendosi di una pittura che rifugge dall’iperrealismo alla Hopper, abbraccia i toni vintage dei manifesti pubblicitari anni Cinquanta, nelle forme ancor prima che nelle tinte, e si nutre dell’ampiezza dei segni onirici. I ritratti, fedeli, calano i soggetti in ambientazioni surreali, in un passato imprecisato, componendo scene di genere dal gap temporale spiazzante.
In “Autoportrait”, il cameo che indossa la ragazza sul divano in stile (una fanciulla già adulta) è lo stratagemma che usa Pace per ritrarre se stesso, divenedo la chiave di volta alla lettura del ritratto principale, che il titolo porta in secondo piano.
Cosí come nella scena agreste di “Angelica e Medoro”, nel quale il nome dell’opera svela il contenuto ma spiazza nella comprensione. Ambientata nelle colline bassanesi, la tela ha per protagonista una coppia di coetanei dell’artista che veste i panni da “fin de siecle” e sbilancia la contemporaneitá dei soggetti in un doppio livello temporale, quello del racconto ariostesco e quello “in costume”, tardo ottocentesco.
Pace usa la fotografia come punto di partenza nella composizione dei dipinti, o piuttosto attivatore di suggestioni, funzionale a comporre la struttura del lavoro che andrà a sviluppare in seconda battuta (olio, tempera, acrilico, acquerello, matita. Media scelti di volta in volta, in base alle necessità) sovrapponendo differenti tagli, differenti visioni.
Immagine in evidenza: “Angelica e Medoro”, olio su tela, 2012
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- 06, 2014 - UNTITLED - 0 commenti
LET’S FOLK
Testo al progetto fotografico di Andrea Garzotto “Let’s Folk”
Cos’è il folklore se non l’iconografia delle radici, la trasposizione sul piano reale di storie, leggende, tramandate a voce, spinte avanti a memoria, impregnate di una ritualitá atavica che non sentiamo di appartenere ma che, inconsciamente, perpetriamo?
La periferia è il luogo del folklore: la tradizione è decentrata, fuori dai riflettori.
Lontano dalle masse, è dentro al popolo.
Le fiere di paese ricalcano ovunque lo stesso copione, con i loro tendoni lisi, le tavolate in serie, l’odore della carne al fuoco.
Il rituale collettivo si compie sulle piste da ballo; la musica esce forte dagli altoparlanti, e si riversa sgraziata sulle coppie che interpretano se stesse.
Let’s Folk: non “fenomeni da baraccone”, ma uomini e donne pregni di “umanità”.
L’intento documentaristico scioglie la propria rigiditá al fuoco di un romanticismo decadente, facendo fuoriuscire dal grottesco -di paesaggi, soggetti e scene – una bellezza scarnificata, lievemente sofferente, intensa.
Da Let’s Folk traspare una malinconia inconscia, non conosciuta per esperienza diretta, ma radicata sì profondamente (nello spettatore) da identificarsi con il background emozionale di chi guarda.
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- 06, 2014 - UNTITLED - 0 commenti
L’arte è un valore aggiunto o un vuoto a perdere?
L’arte, quella “cosa” effimera e al contempo indispensabile, così terribilmente complessa da definire.
Vi siete mai chiesti che valore ha l’arte? Non mi riferisco a quanto spendereste per acquistare un’opera d’arte…o forse sì, mi riferisco anche a quello (quindi, quanto?!), ma piuttosto a quanto conta l’arte nella vostra vita?
VENERDI 4 LUGLIO Olivares cut chiederà al pubblico che farà visita al Take Care Corner, ospite di VIA PASUBIO PROJECT CORNER (all’interno del festival Pulsart Restart), qual è il loro punto di vista nei confronti del valore dell’arte. Non a esperti del settore, quindi, ma a chiunque abbia voglia di confrontarsi su questo tema.
Comodamente seduti nel salottino del corner, scegliendo tra un mazzo di carte…
(Photo courtesy of Marco Dal Maso for Olivares cut)