Un nuovo capitolo di NEW YORK ROOTS ha per protagonista un altro artista italiano, Gabriele Grones.
Sono entrata in contatto con lui ancor prima del mio arrivo a New York, un paio d’anni fa (attraverso Elisa Bertaglia, artista con la quale condivide lo studio e anche buona parte di vita) e nelle ultime settimane ho potuto vedere da vicino il suo lavoro, e carpire qualcosa di più a proposito degli intenti dietro ai progetti sui quali sta lavorando, e conoscere a fondo gli influssi e le suggestioni che pervadono le sue opere.
Il mio punto di riferimento su New York è stato, ancor prima della mia partenza, Elisa Bertaglia. L’artista, italiana, e carissima amica, è nella City dal primo aprile scorso, e New York sta diventando un po’ la sua seconda casa. Pertanto ho voluto coinvolgere anche lei nella mia rubrica NEW YORK ROOTS, ed ascoltare il suo punto di vista, rispetto al suo rapporto con questa città, soprattutto per quanto concerne la sua ricerca artistica.
In una giornata meravigliosamente assolata come quella di oggi ho “rubato” gli amici artisti Andrea Santini e Francesca Sarah Toich (UBIKteatro) al termine della conferenza stampa, per farmi raccontare, tra le sculture antiche del giardino del tetaro Olimpico, di NYX. Sogni di una notte digitale, una mostra “onirica” che si prefigura come un connubio tra il classico e il contemporaneo andando a miscelare sapientemente, grazie alla tecnologia, elementi che fanno parte della letteratura, dell’arte antica, del teatro, della musica…
Nel 2013 avevo intervistato Andrea Santini per farmi raccontare di una delle opere che saranno presenti in mostra, Oscilla.
Questa la VIDEOINTERVISTA “NYX. Genesi di una mostra”, sul “TUBE” di Olivares cut.
Di NYX che aprirà a Palazzo Chiericati Underground (Vicenza) il prossimo 10 maggio, vi racconterò più avanti. Per ora vi lascio al loro racconto, denso di curiosi particolari…Buona visione!
In una breve ma densa intervista, Giacomo Modolo racconta la genesi di Portraits from K.’s diary, sua ultima personale a cura di Elisabetta Chiono.
Un viaggio pittorico tra due stati, due città, due vite, in un arco temporale che, partendo dalla Primavera di Praga, giunge fino ai giorni nostri. Ispirato dai racconti di Karin (la protagonista e redattrice del “diario” del titolo della mostra) Modolo tenta un racconto tutt’altro che didascalico che si snoda senza soluzione di continuità da una tela all’altra, alternando ritratti ad ambientazioni architettoniche che convivono all’interno dello spazio liminale che separa il figurativo dall’astratto.
Qui l’intervista > GIACOMO MODOLO | Portraits from K.’s diary
L’esposizione rimarrà aperta fino al 29 aprile presso lo Spazio Punto Ottico, in contrà Manin, a Vicenza.
(Photo courtesy Giacomo Modolo)
Primo esperimento estemporaneo del #takecarechannel di Olivares cut!
Mattia Bosco, in occasione dell’inaugurazione della sua personale “Fiori violenti. Fototropismo verso la forma”, mi racconta del suo prossimo progetto site specific, un’installazione permanente in pietra pensata per Atipografia: una pavimentazione a metà tra “il naturale” e “l’addomesticato”, che andrà ad occupare lo spazio ampio della terrazza dell’ex tipografia arzignanese.
Buona visione!
Clicca per vedere la videointervista > MATTIA BOSCO @ ATIPOGRAFIA
Photo courtesy Luca Peruzzi